[Quindi oggi sarebbe il 14esimo giorno del mese di Kissdam… Giusto?]
[Dunque… Non hai di che preoccuparti! Ieri notte ti sei addormentato senza problemi. Fino a stamattina al tuo risveglio, non è successo nulla. La <Possibilità peggiore> che avevamo previsto non si è verificata durante la notte. Perciò non ti preoccupare. È filato tutto liscio.]
[Cazzate… Innumerevoli volte mi sono addormentato pensando che non sarebbe successo nulla, e quando è arrivata la mattina dopo ero morto. Non posso sapere in quale momento o luogo io debba morire e, per quanto mi possa preoccupare, non sarà mai abbastanza.]
Irrigidendosi di fronte all’ottimismo della Strega, Subaru ricordò la『MORTE』e il senso di smarrimento e disperazione che ella portava con sé.
Una vita libera, priva di catene, in cui il domani sarebbe senza dubbio arrivato: il ritorno dalla morte gli aveva spietatamente strappato via questa possibilità.
La realtà era che le persone con cui aveva creato legami così stretti da averli marcati nell’anima… non avrebbero mai saputo quanto terrore e quanta delusione gli avevano provocato.
Ed era qualcosa che non avrebbe mai dimenticato.
[Ho capito… Ho parlato senza pensare, ti porgo le mie scuse.]
[Ooh… Da dove viene fuori tutta questa onestà?]
[Se so di essere nel torto, è logico che mi scusi. Non sono una donna così priva di tatto, e ho intenzione di renderlo il più chiaro possibile.]
Pronunciando tali parole la fanciulla vestita in nero rivolse un occhiolino a Subaru che, resosi conto di aver esagerato, si sentì in imbarazzo.
Se avesse provato a descrivere la ragazza, la prima cosa che lo avrebbe catturato sarebbe stata la sua straordinaria e misteriosa bellezza, che senza dubbio avrebbe stregato qualunque cuore.
La sua figura era definita da due colori, ed era sorprendente come quei due toni potessero descrivere una tale armonia.
I lunghi capelli, candidi come la neve, le arrivavano fino alla vita, mentre il fisico snello e slanciato era avvolto in una gramaglia finemente ricamata, nera come la pece.
Seduta con le lunghe gambe incrociate, in perfetto equilibrio tra quei due colori, lasciava trasparire un fascino lugubre e funereo.
Sorseggiando l’ignoto liquido ambrato dalla tazzina, le sottili labbra apparivano lucide e curiosamente seducenti.
A Subaru erano bastati pochi secondi per capire che quella bellezza perversa e tentatrice era un segno: chiunque avesse provato ad appropriarsene con la forza, non avrebbe avuto alcun futuro.
E nonostante ciò, rimanevano ancora note le leggende di coloro che avevano provato a superare innumerevoli sfide, ancora ed ancora, nel tentativo di raggiungerla: la Strega delle Calamità, colei che li avrebbe condotti ad un’ineluttabile rovina.
Una figura dai capelli bianchi, avvolta in una veste che sembrava sprofondare nelle tenebre. Questa era la vera identità di Echidna, la ragazza con cui Subaru aveva stipulato un contratto.
Subaru quasi come ammaliato, non riuscì a distogliere lo sguardo.
[…]
[Mh? Che c’è? Mi stai fissando piuttosto intensamente. Ho forse qualcosa sul viso?]
[Beh, sì… Gli occhi, il naso, la bocca, le orecchie, i capelli…]
[Curiosamente… mi domando perché mi senta offesa da una risposta così infantile.]
Echidna, insoddisfatta, aggrottò le sopracciglia in risposta alle parole che lui le aveva rivolto.
Subaru alzò la mano e disse:
[Non fraintendere…]
Poi riprese,
[Non volevo offenderti o niente di simile. È solo che, sai… considerando tutta la fama che circonda le streghe, tu non mi sembri poi così spaventosa. Guardandoti mi è venuto in mente questo.]
Quando la vide per la prima volta, avrebbe potuto descriverla con un’aria funesta, ma allo stesso tempo raffinata e affascinante. Nonostante la leggera stravaganza, gli sembrò in tutto e per tutto una ragazza comune, proprio come tante altre – che a tratti avrebbe persino definito “amichevole”.
Naturalmente non poteva negare che, proprio come tutte le altre streghe, anche lei aveva un lato agghiacciante.
Al commento di Subaru, Echidna sorrise soddisfatta e compiaciuta.
[Ohoh~, questa è un’opinione piuttosto insolita]
Dopo aver posato la tazza sul tavolo, spostò le lunghe gambe e sistemò i capelli.
[In ogni caso, io sono una delle streghe che hanno inciso storie e racconti nel mondo più di 400 anni fa. Anzi, riuscire ad avermi tutta per te non è nemmeno qualcosa da considerare normale. È improprio, non trovi?]
[Parli come una scolaretta che si vanta con le proprie amiche in cerca di attenzioni.]
[Questo trattamento è riservato esclusivamente a te! Dovresti essere consapevole di come mi senta. In ogni caso il problema non è questo… te l’ho già accennato durante il nostro primo incontro.]
[Ah, giusto. Mmh, com’era? Se non erro… la reazione più comune alla tua presenza è il vomito?]
[Non dirlo così, mi fai sembrare raccapricciante!]
Dopo aver risposto a Subaru, Echidna mise il broncio e il suo personaggio di maestosa Strega si allontanò ulteriormente.
[Bene, a questo punto…]
Subaru cercò di sviare la discussione.
La conversazione che avevano avuto fino a quel momento sarebbe dovuta essere sufficiente per concludere lì quel teatrino da ripetere ogni volta.
[Basta pettegolezzi. È il momento di tornare alla realtà]
Subaru si alzò dalla sedia ma Echidna non poté non cercare di fermarlo.
[Te ne vai di già? Se passiamo ancora un po’ di tempo insieme… nessuno si lamenterà. Come sai, il tempo trascorso qui non influisce sulla realtà. Perciò non c’è bisogno di andare di fretta. E se può essere d’aiuto, sappi che a me farebbe davvero molto piacere…]
Nonostante le dolci parole della Strega, Subaru scosse la testa.
[Ne sono consapevole. Ad essere sincero so che stare qui un po’ più a lungo potrebbe salvarmi, ma…]
Subaru si interruppe e guardò Echidna.
Gli occhi neri come la pece della Strega e gli insondabili occhi neri di Subaru si scrutarono gli uni negli altri; i loro sguardi fermi si intrecciarono in una profondità intangibile – un universo che solo loro due potevano comprendere.
Eppure,
[Non ho intenzione di farmi viziare e approfittare di te in questo modo. Sono sicuro che sai che non ho stipulato il contratto per questo scopo.]
[Non sei onesto. Non capisci? Sto cercando di essere tua complice. Solo l’unica che in tutto il mondo possa condividere il tuo dolore.]
Subaru rispose con un tono basso e calmo.
[Non ho intenzione di affidare il mio dolore e la mia sofferenza a nessun altro. Sono qualcosa che mi appartiene e che solo io devo sopportare. Non è per questo che abbiamo stipulato il patto?]
A quelle parole Echidna fece spallucce mentre rimaneva imbronciata.
Lo sguardo della Strega si spostò verso il basso, per poi sorseggiare in silenzio dalla tazzina.
Stava dichiarando di non avere né le parole per confutare quanto detto da Subaru, né motivo per proseguire la conversazione.
Comprese le sue intenzioni, Subaru le voltò le spalle e si avviò a passo veloce verso i piedi della collina.
Tuttavia, si fermò poco dopo per poi girarsi nuovamente verso la Strega,
[A proposito… sbaglio o prima non hai negato il fatto che mi osservi incessantemente?]
[Pensavo parlassimo per ipotes―]
[Anche se fosse, in virtù delle mie competenze linguistiche, ritengo che il tuo precedente tentativo di deviare dalla discussione sia da interpretare come tacita ammissione della verità.]
(Echidna): […]
(Subaru): […]
Data l’osservazione di Subaru, Echidna emise un piccolo sospiro per poi portare nuovamente la tazzina alla labbra.
Era l’ennesima dichiarazione sul fatto che non aveva più la motivazione di continuare la conversazione e né―
[ASCOLTA… Non pensare che faccia finta di niente, non mi importa se continui a startene in silenzio. Se stessimo parlando di una situazione d’emergenza mi andrebbe anche bene… ma è una questione di etica, perciò potresti smetterla di spiarmi? Dovresti proprio evitare di farlo quando non è necessario.]
[Mi pare sia una cosa ovvia, no? Non sono così volgare da osservarti mentre fai il bagno o usi la toilette. Nonostante ciò… come posso essere certa che tutto sia al suo posto in situazioni così vulnerabili? Come tua contraente, non posso mica permettermi di distogliere lo sguardo. Ma ripeto, lo faccio solo per senso d’obbligo, in quanto Strega dell’Avidità, di rispettare il contratto…]
[Ho capito. D’ora in poi, toglierò il ciondolo ogni volta che dovrò lavarmi o che sarò in bagno.]
Dopo aver rivolto quelle parole alla Strega, che aveva cercato di arrangiare delle scuse il più velocemente possibile, Subaru continuò a scendere dalla collina soffocando un forte senso di vergogna.
In prossimità del prato dove Subaru era apparso per la prima volta, si ergeva una porta.
Una singola porta stazionata lì in mezzo al verde, la sola in grado di permettere l’accesso al mondo esterno.
[…]
Arrivato davanti alla porta, Subaru si avvicinò alla maniglia, ma non poté che guardare dietro un’ultima volta.
Alzando lo sguardo verso la cima della collina si poteva scorgere Echidna.
In piedi, con la mano che cercava di fermare i capelli ondeggianti nella brezza, lo stava guardando all’altezza delle spalle.
Notando che Subaru si era rivolto verso di lei esitò per un attimo, decise di concedergli un ultimo dolce saluto con la mano.
Ma invece di ricambiare il gesto, Subaru attraversò la porta, lasciandosi dietro solo un vago sospiro.
―Subito dopo la sua coscienza, che fino a qualche istante prima era prigioniera del Castello dei Sogni, fu liberata tornando così alla realtà.
[…]
Una volta stabilizzatosi dal ritorno, Subaru si ritrovò in piedi al centro della sua stanza mentre teneva stretto nella mano il Cristallo Nero.
Il Cristallo Del Tempo era sempre al suo posto.
Il colore era ancora verde e l’intensità della luce che emetteva era rimasta la stessa.
La durata del tempo trascorso nel Castello corrispondeva ad una manciata di secondi nel mondo reale, e il fatto che la brillantezza del Cristallo del Tempo non fosse cambiata ne era la prova.
[Niente da fare, non riesco proprio a farci l’abitudine…]
Visitare ogni mattina quel luogo e prendere il tè con Echidna era diventata la normalità.
Tuttavia, quando tornava alla realtà, non era facile abituarsi al disagio creato dalla discrepanza tra il tempo percepito e il tempo reale.
Non riusciva a capire se quella sensazione fosse estremamente simile o completamente diversa che dal 『Ritorno Dalla Morte』.
In preda a tutti quei pensieri Subaru si lasciò sfuggire un profondo sospiro, ma, proprio in quel momento,
『Forse la soluzione potrebbe essere cambiare prospettiva e provare cose nuove. Anche se questa potrebbe essere solo una mera consolazione, non ti renderebbe le cose un po’ più facili?』
La voce della Strega, dalla quale si era appena separato, sembrò risuonare come un sussurro. Tuttavia la realtà era un’altra: quelle parole da lui udite erano il frutto della telepatia della Strega ed era proprio grazie al Cristallo Nero che poteva udirle… esattamente come stabilito dal Contratto.
In ogni caso non era necessario raggiungere quel mondo per incontrarla: il contratto avrebbe legato Subaru ed Echidna, qualunque cosa fosse capitata.
Perciò non c’era da stupirsi che la Strega fosse in grado di conversare direttamente con Subaru da un luogo così remoto come il Castello dei Sogni.
Tuttavia,
[Ti avevo detto di smetterla di disturbarmi quando non hai niente da fare.]
『Non c’è nessuno in giro. Inoltre, sei solo nella tua stanza. Non credo che rispondermi sia un problema…』
[E se per sbaglio, o disattenzione, ti dovessi rispondere in pubblico? Sarei visto come un patetico idiota che parla con il suo amico immaginario.]
『Mi dispiace ma è troppo tardi per preoccuparsi di una banalità simile. Inoltre, non è raro che gli utilizzatori di spiriti conversino telepaticamente con gli spiriti con cui hanno stipulato un contratto. In conclusione, non è così strano parlare da soli.』
[Ah, sì? Per quanto riguarda gli utilizzatori di spiriti… entrambe le parti del patto comunicano telepaticamente. Nel nostro caso, tu mi parli telepaticamente mentre io parlo da solo, e ad alta voce!]
『Va bene, va bene, ho capito. Come DESIDERA, terrò la bocca chiusa, a meno che non sia strettamente necessario. Certo che comportarsi come avere il potere di comandare una Strega… beh, abbiamo proprio un bel caratterino.』
[D-E-V-I S-T-A-R-E Z-I-T-T-A!”]
『Quindi è così? Se ha bisogno di qualcosa, la prego, si senta libero di contattarmi Mio caro Signor Contraente.』
Con un tono di voce colmo di rabbia, Echidna si allontanò lasciandosi alle spalle quelle parole così teatrali.
In ogni caso la Strega era tenuta ad osservarlo attraverso il pendente che portava al collo; Subaru era ormai abituato a quel tipo di discussioni e, perciò, sospirando profondamente, non fece fatica a scacciare via l’irritazione.
Da quel momento in poi, quando avrebbe dovuto usare il bagno o farsi una doccia, si sarebbe assicurato di riporre il pendente in una tasca del pantalone o, in ogni caso, di riporlo da qualche altra parte.
Proprio in quell’istante, mentre si domandava cosa fare,
[―Vostra Eccellenza Subaru… Siete sveglio?]
Quando la servitù bussava alla porta di una stanza indicava che l’orario della sveglia era ormai arrivato.
In risposta a quella voce dal tono innocente e cordiale, Subaru si schiarì la gola con un piccolo colpo di tosse. Passò poi il palmo della mano sulla guancia cercando di confermare che il sorriso, per il quale aveva dedicato tempo davanti allo specchio, fosse ancora lì.
In seguito replicò, quasi distrattamente,
[Ehi… Ciao!]
In risposta, la porta si aprì lentamente e una ragazza entrò nella stanza.
[Buongiorno Vostra Eccellenza Subaru! Quest’oggi la mattina si presenta davvero piacevole.]
La ragazza era in uniforme da cameriera. Pronunciando quelle parole sfoggiò uno scintillante sorriso.
Il suo nome era Leyte Petra.
Quando l’aveva incontrata la prima volta era ancora molto piccola. Tuttavia adesso era diverso: una volta entrata nel periodo della pubertà, la sua bellezza non aveva esitato nemmeno per un secondo a sbocciare.
Rispetto al passato era certamente più alta e cresciuta e, per questa ragione, l’elegante uniforme le vestiva lievemente stretta.
Tuttavia non era solo questo: i modi aggraziati avevano sempre un tono vezzoso ed elegante; l’uniforme, in armonia con il suo fare radioso, le donava un grande senso di raffinatezza.
Era una ragazza di talento che possedeva una memoria straordinaria.
Petra era diventata una cameriera di prima classe.
Subaru accolse senza esitazione il sorriso di Petra, ora un fiorellino di 14 anni.
[Buongiorno anche a te, Petra. Sono d’accordo con te… Oggi è davvero una mattina splendida. Vedere anche oggi il tuo brillante sorriso, come prima cosa al mio risveglio, mi rende incredibilmente felice.]
Annuendo educatamente al saluto di Subaru, Petra rivolse lo sguardo verso la finestra e mentre guardava lontano rispose:
[Aah, lo state facendo di nuovo! Vostra Eccellenza Subaru, mi dite sempre queste cose…]
E continuò dopo aver sospirato,
[In ogni caso, sembra che dall’altra parte della foresta sia nuvoloso, chissà che il tempo non si guasti nel pomeriggio. Oggi avrei in programma di andare in città a fare compere, perciò sarebbe bello se rimanesse limpido come adesso.]
In quelle parole, in contrasto all’etichetta da cameriera a cui doveva far fede, traspariva certamente la giovane età della ragazza. Subaru dinanzi a tale scena non riuscì a trattenere delle irresistibili risate.
[Ah dai, è sleale Subaru!]
[Ma no, no… è solo che per un attimo è scomparsa l’immagine della cameriera perfetta. Devo dire che ho visto qualcuno che somiglia molto alla mia Petra, sai?]
[Ugh, dai! Vi prego di smetterla di trattarmi come una bambina. Ho già superato la maggiore età, in più sono già due anni che lavoro qui come cameriera. Adesso sono un’adulta a tutti gli effetti, UmH!]
Petra arrossì a causa dell’imbarazzo e socchiuse le labbra in una soffice smorfia. I capelli rosso-castano le sventolarono come in segno di protesta.
Quella figura graziosa era per Subaru simile a una sorellina, e non poté fare a meno di sorriderle. Avvicinandosi le accarezzò con delicatezza la testa.
La sua mano emanava calore, un calore ricolmo di un profondo affetto; Petra chiuse gli occhi lasciandosi scappare un sorriso. Non poté quindi che dichiarare la propria resa in un breve sospiro.
[Dunque, quali programmi avrebbe in mente per questa mattina? Dato che è ancora presto per la colazione, forse potremmo fare una passeg―]
[―Per ora intendo concludere la solita “Routine mattutina”. Poi, se per te va bene, direi di fare colazione insieme. Per il momento procederò come di consueto.]
[… Va bene, ho capito.]
A quella risposta Petra abbasso leggermente lo sguardo, quasi come abbattuta.
Non potendo sopportare il fatto di vederla triste, grattandosi la testa, Subaru disse,
[Comunque, non ti ho detto grazie per oggi. Grazie per essermi venuta a svegliare]
[…]
[Petra, che c’è che non va?]
[Vostra Eccellenza Subaru, siete proprio ottuso per questo genere di cose.]
Commentando il pessimo tentativo di Subaru di cambiare argomento Petra non poté che sospirare come rassegnata.
Nonostante ciò, scosse immediatamente la testa e un sorriso le fiorì sul viso.
[Non è successo niente! Questo è semplicemente il mio dovere. Inoltre posso dire che non vi siete mai alzato in ritardo, quindi non ho fatto niente per meritarmi ringraziamenti… Se ti lasciassi andare un po’ di più forse riusciresti a rilass―]
[―In che senso?]
[Aah, niente. Dunque, vi porgo i miei saluti, per ora mi congedo.]
Dopo aver adempiuto al suo obbligo mattutino, ovvero la sveglia di Subaru, Petra, sollevando l’orlo della gonna, fece un cordiale inchino.
A quel punto, mentre Subaru la salutava lasciò la stanza e chiuse la porta.
Subaru si sentì orgoglioso per come Petra era cresciuta.
[È diventata una cameriera eccellente. Come fratello maggiore, non posso che esserne orgoglioso!]
『A me sembra che lei ti consideri tutto tranne che come un fratello maggiore, sai?』
[CHI È che aveva PROMESSO di tenere la bocca chiusa salvo fosse necessario? Vedo che la SIGNORINA Strega rompe le sue promesse piuttosto facilmente].
Subaru non poté che rimanere sorpreso dalla poca pazienza della Strega, tale da non riuscire a mantenere il silenzio. Non poté che lasciarsi sfuggire un sospiro, cercando di sopportare quel comportamento…
Successivamente, rivolse lo sguardo verso la porta da cui Petra era appena uscita.
[Io sono suo fratello maggiore e, com’è ovvio che sia, lei è dunque la mia graziosa sorellina… Per questa ragione troverà la sua felicità, a qualunque costo… sarà felice, a qualunque costo.]
Il tono di voce di Subaru cambiò d’improvviso; quelle parole, fredde e distaccate, risuonarono nella stanza in un silenzio glaciale.
『”felice a qualunque costo”… ti è chiaro cosa implica? Ti posso assicurare che, anche se potresti trovarlo sorprendente, queste parole sono estremamente agghiaccianti se dette da te.』
Echidna rispose in modo divertito al tono freddo che Subaru aveva adottato.
Ignorando le parole della Strega, Subaru si stiracchiò leggermente e poi uscì dalla stanza.
Al mattino presto, il corridoio, così come l’intera magione, emanava un freddo pungente… tanto da provocare forti brividi a chiunque.
Sfidando il gelo che pervadeva l’aria, Subaru si incamminò per i corridoi.
―Devo concludere la Routine Quotidiana, qualsiasi cosa accada.
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Crediti: ReAnime – KamiSama – Ross