Quel giorno, la villa distrutta di Roswaal L. Mathers, collassò silenziosamente.
La prima a notare il crollo fu la donna che più di chiunque altro aveva lavorato per mantenerla in ordine, per questo il suo atteggiamento poteva sembrare aggressivo.
“────”
Il padrone della casa, Roswaal, le aveva procurato un gran beneficio.
Sentendo che le sorelle che avevano lavorato come domestiche nella tenuta non avevano più le loro posizioni e sapendo che il proprietario non aveva nessuno in grado di prendersi cura di lui, si precipitò immediatamente al suo fianco.
La vista di quel maestro, che era diventato pallido, portò un gran dolore nel suo petto.
Quelle due pupille di colori differenti che luccicavano stranamente, se si cercava di essere gentili, potevano essere considerate uniche, ma in realtà erano più strane che altro. Il trucco da clown perfettamente sinistro e quella sua strana estetica che poteva essere paragonata a delle unghie fatte apposta per graffiare i sensi altrui, aveva perso la sua luce, questo era Roswaal.
Dopo aver avuto una tale riunione con lui ──Frederica strinse la mano in un pugno.
“Non può finire così. Anche per il bene di quei bambini, io-“
Se non fosse riuscita a proteggere la sua posizione, se avesse scelto quello, allora la situazione sarebbe diventata ancora più disperata, era questo il suo pensiero. Non pensando a se potesse essere fatto qualcosa, ma piuttosto focalizzandosi sulla speranza e sulla volontà di fare qualcosa, per quella ragione aveva cominciato ad agire.
Per risollevare la villa ancora una volta, si mosse, e anche se non sapeva come, con una mano che cercava cooperazione avrebbe trascinato il padrone per il braccio ogni giorno, correndo indaffarata.
In Frederica non c’era alcun desiderio di fermarsi e agitarsi.
Anche sentendo talvolta del dolore che avrebbe potuto rallentarla, aveva sempre alzato disperatamente la testa e continuato ad andare avanti.
Se cedo in questo posto, allora io, non sarò degna di guardare in faccia le persone a me più care.
A un certo punto, si era dimenticata di ridere. A un certo punto, si era dimenticata di passare le notti riposando tranquillamente.
Anche allora, Frederica aveva cercato disperatamente di proteggere la persona che amava, di non lasciar andare le bolle che si disperdevano sull’acqua e di afferrarle con le sue mani.

Ciononostante,
“─ ─Ah”
Quando Frederica lo realizzò finalmente, era già troppo tardi per qualsiasi cosa all’interno della villa.
In quel corridoio bianco ghiacciato, il suo mondo si capovolse mentre le scarpe le si congelavano, non riconosceva dove fosse.
La vista di una villa che una volta le era familiare era diventata chiaramente differente da quella che conosceva.
Il corridoio pulito con cura, la cucina dove aveva cucinato, e dove aveva lavorato con le sue mani per quelli che avevano bisogno delle sue attenzioni, proprio davanti ai suoi occhi ora era diventato un mondo bianco e annuvolato.
E riguardo a chi aveva fatto tutto questo──.
“Spirito Maggiore-sama…”
“Mi dispiace, Frederica, tu non sei da biasimare. E’ solo che, se voglio proteggere la cosa più preziosa per me, allora questa è la decisione migliore da prendere.”
Dicendo questo, mostrando la sua faccia e levitando nell’aria, c’era un piccolo gatto con il pelo grigio.

Così piccino da stare sul palmo di una mano se avesse voluto, ma allo stesso tempo contenendo in quel piccolo corpo un potere smisurato, questo era il ritratto di quel tipo di essere.
Non voleva crederci. Ma ora non c’era ragione di dubitare.
Quello era l’essere che aveva trasformato la tenuta in questa fine bianca?
“Perché, fare questo…”
“L’ho già detto, tutte quello che ho fatto è stato per Lia. L’ho portata fuori da quella foresta, perchè era una cosa che lei voleva e perchè pensavo fosse per il suo bene. Ma ora, qui non ne è rimasta nemmeno la certezza. Dove sarà andata a finire?”
“────”
“Roswaal è stato un mio errore. Quell’uomo è un patetico criminale.”
Scuotendo la testa, Puck la colpì con una voce priva di qualsiasi emozione.
A quelle parole, Frederica smise di respirare. E con ciò le sue zanne affilate si chiusero fermamente.
“─ ─Insultare il padrone di questa casa dinanzi a me, in quanto domestica, non può essere perdonato.”
“Anche tu sei una patetica ragazzina. Sei solo tu a essere disperata nel proteggere questo luogo decrepito.”
“Per favore, smettila di parlare come se ti stessi riferendo al passato. Non è ancora finita.”
Parlò in maniera tagliente. Pur sapendo di non avere neanche una chance contro il Grande Spirito.
Sentendo queste parole, fissando Frederica e pensando a quello che aveva detto, il piccolo gatto socchiuse i suoi occhi rotondi e la osservò con compassione. Davanti a quel movimento e a quell’espressione per certi versi quasi umani, Frederica si inclinò in avanti e abbassò il suo corpo.
“Emilia sarà triste.”
Quella breve esitazione dal piccolo grande spirito avrebbe potuto darle la vittoria, questo era quello che Frederica stava sperando.
Ma,
“Sfortunatamente, Lia è il mio punto debole. Non posso abbandonare la mia bambina, sai. È per questo.”
Anche l’esitazione di un momento, qualche piccola apertura, da quel grande spirito non si presentava.
Vedendo la differenza abissale che separava lei e Puck riflessa nei suoi occhi, strinse fermamente i denti.
Che fosse l’inizio del rimorso o del dolore, era troppo tardi perché fosse contemplato.
Soffiò soltanto una semplice brezza bianca, e da questa la donna chiamata Frederica rimase lì congelata.
Il collasso della villa di Roswaal stava cominciando.
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Traduzione: Vulcan-SNJoseph
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