Lo「 Scambio di Porte」funzionava semplicemente connettendo l’entrata della Libreria Proibita ad un’altra porta.
Vista la semplicità del suo effetto, lo「Scambio di Porte」era abbastanza versatile, e lei era fiera di questa sua straordinaria magia. Ma, come per ogni magia, era anche vero che lo「Scambio di Porte」non fosse interamente privo di difetti.
Se il suo modo di funzionare fosse stato sfruttato, quell’utilità sarebbe potuta divenire una debolezza. Perciò l’esistenza della Libreria Proibita e l’effetto dello「Scambio di Porte」non dovevano essere rivelati a degli stranieri.
Era dunque qualcosa che, ad altri, sarebbe stato inaccettabile confidare.
―――Per via di questo. Una situazione del genere era inevitabile, pensò.
“Che c’è, stai cercando di essere divertente, oserei dire?”
Il momento in cui la porta della Libreria Proibita si era spalancata, Beatrice stessa aveva già capito di essere stata convocata.
Quella spaziosa villa aveva molte possibili porte fra cui scegliere, eppure, Beatrice era stata forzatamente guidata a una sola.
Il metodo era semplice ――――nel caso in cui le altre porte non potessero aprirsi, allora si poteva fare.
Il modo per ingannare lo「Scambio di Porte」era rimuovere ogni scelta fra le porte a cui si potesse connettere.
Quel compito era stato portato a termine con diligenza, e nella villa le “porte che potevano essere aperte” erano ora state limitate a una sola.
E chi aveva aiutato a far ciò dovesse essere stato il suo prezioso nee-chan, lei lo sapeva bene.
Essere storditi da questa realtà era inevitabile. E questo perché rendeva la sua stessa esistenza incerta.
Ma anche detto ciò, risentirsi del suo nee-chan non era qualcosa che le si addicesse. Quindi, Beatrice, senza nutrire alcun rancore verso suo fratello, ma semplicemente cercando di confrontarlo direttamente spalancò le porte.
“――Yo, Beatrice.”
Comparendo attraverso le porte aperte senza esitazione, mentre chiamava Beatrice per nome, lui stava lì, ondeggiando la mano.
Quella voce e modo di fare, se li ricordava. Per questa ragione, il corpo di Beatrice tremò di paura.
Il viso che aveva nei suoi ricordi, e quello ora davanti a lei, non tutti i dettagli sembravano combaciare.
Mentre le parti più generiche dalla sua memoria lo riconoscevano normalmente, in quella circostanza sembrava quasi un’altra persona.
“Tu. Perché mi guardi in quel modo, oserei dire?”
Quell’oscuro, oscuro luccichio nei suoi occhi si presentava davanti a lei, Beatrice scosse la testa.
Ben lontano dal migliorare, era freddamente cambiato in una maniera che attirava ancora più repulsione.
Una rarità, quei capelli e quelle pupille nere erano rimasti, e in quegli occhi che avevano perso il loro lustro, si rivelavano vagamente cupe emozioni.
A circondare quegli occhi reminiscenti di una profonda tristezza c’erano occhiaie infossate, guance sottili e fragili al di sotto, e le parti visibili delle sue dita mostravano un pallore cadaverico.
Con lunghe vesti nere ad avvolgere il suo corpo, l’esposizione della pelle era minimizzata―― in quell’ omogenea vestaglia nera, ciò che spiccava era una sciarpa di colore arancione. Quello, e quello soltanto tradiva il suo aspetto fortemente depresso.
Dopodiché, passò un po’ di tempo.
Ma, nonostante tutto, questo cambiamento era troppo. Poteva essere che quell’umano fosse cambiato così tanto?
“Tu, il tuo aspetto è seriamente cambiato, immagino.”
“Dire qualcosa del genere… non sei cambiata affatto allora. E’ già finita la tua crescita adolescenziale? Normalmente, dopo due anni si diventa un po’ più maturi.”
In una voce monotona, rispose alle parole di Beatrice con una battuta.
Due anni, diceva. Se parlava così, allora doveva essere quanto tempo era passato.
Solo due anni, dalla prospettiva di Beatrice, erano come un battito di ciglia, quel tipo di sensazione. Per gli umani, specialmente per quello che ora le stava davanti, quanto dovevano essere stati ricchi di significato quegli anni, si chiedeva.
――Per quel ragazzo che sembrava in procinto di morire in qualsiasi momento, per tornare in cerca di vendetta in questo modo, era così importante quel lasso di tempo?
“Mi domando se ricordi, Beatrice, abbiamo mangiato assieme qui.”
“―――. Quella memoria non esiste, immagino. Non ho mai mangiato con te.”
A quelle sue parole, Beatrice corrucciò le sopracciglia.
Quelle due persone una di fronte all’altra erano nella cucina al primo piano della villa. Un telo bianco copriva il tavolo, e nella sedia centrale sedeva la persona che stava ponendo a Beatrice una domanda misteriosa.
“……Ah, giusto. Tu non lo sai. Proprio ora, sono stato cattivo. Sono stato io quello cattivo. Sempre e solo io.”
“Anche se fosse… No, suppongo che dopo aver sentito ciò, non possa farci niente.”
Per un singolo istante, nel cuore di Beatrice balenò un barlume di esitazione.
Ma la ragazza in un battito di ciglia soppresse quelle inutili distrazioni e le sigillò. Poi, verso quella persona sospettosa, puntò il suo piccolo palmo.
Lì, come protettrice e bibliotecaria della Libreria Proibita, il suo orgoglio―――O meglio, sacrificare il suo corpo per difendere una ruolo indesiderato, un effimero senso di dovere la permeava.
“Ottenere vendetta su di me potrebbe essere quel che mi merito, oserei dire. Ma nonostante ciò, Betty ha, un ruolo a cui adempiere, di fatto. Perciò…”
“――――”
Con forza, Beatrice si convinse nel suo ruolo ad arrestare qualsiasi violenza da parte di quella persona, si concentrò molto nel farlo.
Beatrice, che si impegnava a restare nel personaggio, lo guardava ferocemente per fermarlo-.
“Tenermi al sicuro, Beatrice.―――Non hai forse firmato un contratto per proteggermi?”
―――In quel momento, Beatrice si fermò improvvisamente.
“…..Ah.”
Contratto, a quel suono l’intero corpo di Beatrice fu trafitto dallo shock, e si irrigidì.
E quella rigidità, mentre la sua mente continuava a pensare, non se ne andava.
La causa non era qualcosa nella sua mente. Fisicamente, i suoi movimenti erano bloccati. Ed era per causa di―――
“Perdonami, ma con questo non potrai muoverti, è così.”
Al fianco di Beatrice, emergendo dalle tenebre, era apparsa una figura.
Lì, indossando un kimono nero scompigliato e mordendo una pipa kiseru color oro con denti aguzzi, stava un alto, trasandato uomo lupo.

Osservandola con occhi socchiusi, guardava dall’alto Beatrice che gli arrivava solo alla vita. Non trovando alcuna emozione in quelle piccole pupille, il collo di Beatrice tremò leggermente.
“Questo, è…..”
“Manipolazione dell’ombra, un’incredibile mossa Shinobi, o una cosa del genere. Puoi pensare ad essa anche come un Ninjutsu. Non preoccuparti, non durerà a lungo… Tu sei, la mia benefattrice dopotutto.”
Immobilizzata, la libertà del suo corpo le era stata portata via, Beatrice non poté far altro, se non ascoltare quella voce.
In quelle parole non c’era esitazione, e nei ricordi che condividevano non vi era niente di sbagliato. Si alzò lentamente dal suo posto, avvicinandosi ai suoi occhi bui, ma non si poteva trovare alcun segno di disagio al loro interno.
Per vendicarsi, era questa la ragione per cui quella persona aveva raggiunto questo posto, aveva concluso Beatrice. Ma il luccichio negli occhi di quell’umano, che fosse vendetta, non importa in quale modo ci pensasse, sembrava lontano dall’essere la verità.
In quegli occhi scuri pieni di una debole luce… era visibile qualche specie di sentimento che gli lacerava il petto.
“A quei tempi mi lasciasti fuggire, e ora io sono ancora qui. Su questa cosa, senz’altro, ti volevo dire che che ci ho riflettuto a lungo.”
“Che questo sia il tuo modo per farlo… Sei davvero un uomo fastidioso, oserei dire… Decisamente, irritante.”
“Me ne dispiaccio. Ma il punto è che lo avevi capito, Beatrice.”
Interrompendo le parole di Beatrice mentre stringeva i denti, scosse lentamente la testa.
Quelle labbra, disegnando la forma di un sorriso, silenziosamente guardavano in basso Beatrice.
Se ci pensava, aveva mai visto questa persona sorridere così? All’epoca, quando lo aveva lasciato stare per ore nella Libreria Proibita, in quel momento.
Verso quella Beatrice che stava cercando di ricordare, allungò la mano, e disse.
“―――Tu ed io… eravamo uguali, non puoi negarlo.”
“――――”
Gli angoli dei suoi occhi si afflosciarono, e adesso divennero un’altra volta come erano all’epoca; erano davvero tornati come quelli del ragazzo che l’aveva incontrata per la prima volta.
Nel passato, come durante quei pochi giorni alla villa, prima di diventare strano; ritornò a quello stato.
“In quei giorni, potevo solo essere destinato a morire, ma tu non mi hai voluto abbandonare, tu mi hai salvato. Anche adesso, quante volte, quante volte ricordi di quell’alba rossa mi giungono alla mente.”
“Tu sei…”
“Te ne sono ancora grato, Beatrice… Ma perché, in quel momento, non mi hai ucciso?”
“――Euh”
Quelli erano forse, ringraziamenti, o altrimenti parole di risentimento.
In ogni caso, nel guardare quel viso misto di gioia e dolore dire quelle parole, Beatrice era semplicemente sorpresa.
Questo allora, era il risultato delle sue azioni, della disperazione dei loro cuori, cercò di digerire il pensiero.
Come se in maniera naturale, quella presa rigida sul suo corpo che la rendeva inquieta si allentò, e il suo braccio allungato cadde. Ma, in questa nuova libertà, la sua volontà di resistere era già scomparsa.
Perché fosse tornato, era molto facile da capire.
“Beatrice, ti sono grato. Penso che in passato mi piacevi veramente. Durante quel tempo solo tu ti sei davvero avvicinata a me, questo è quel che penso.”
“…Questa è, la più infima delle confessioni.”
“Sono d’accordo.”
Alle sue parole, Beatrice rispose con sentimenti vuoti.
E poi, negli occhi di quel ragazzo leggermente sorridente, Beatrice vide la verità.――Era perché, quelle oscure emozioni al loro interno erano così familiari per lei, è così che lo realizzò.
Un qualcosa di profondo, si nidificava nel suo petto, un’abominevole malattia che divorava la speranza.
―――Una malattia chiamata disperazione, in lui, in lei, si era silenziosamente annidata.
“Halibel, un kunai.”
A quella richiesta, l’uomo-lupo in attesa di fianco a Beatrice sollevò le sopracciglia.
Silenziosamente, osservando domande e risposte di quei due, era quell’uomo lupo che ora scuoteva il suo kiseru su e giù.
“…Ne è sicuro?”
“Un kunai.”
Essendoglielo stato comandato ripetutamente, l’uomo-lupo oscillò il suo braccio sinistro in alto.
Poi, atterrando sul pavimento della cucina con un rumore secco, un pezzo di acciaio nero rimase semplicemente infilato lì.
Riflettendo un opaco luccichio, questo metallo annerito. Aveva una forma semplice per recidere vite.
“Il contratto, di cui ti sei ricordata, mi ha reso così felice.”
Avrebbe potuto sfruttarla, ma non gli era nemmeno passato per la testa.
Però, era come se la sua voce comunicasse un’effimera e lontana gioia.
“Con quei colori che ti si addicono tanto, sei molto carina, sai.”
“――――”
In quel momento, gli occhi di Beatrice si spalancarono, e si riempirono di lacrime.
Nella sua visione sfocata, quella persona che la sovrastava gentilmente era lì. Mentre sbatteva le palpebre, lacrime cominciarono a scorrerle giù per le guance. Versando lacrime in questo modo, tutto ciò che voleva era stare ad osservarlo fino alla fine.
Quel ragazzo, era come lei, lo aveva detto.
Allora, c’era certamente una ragione, c’era una ragione per cui fosse lì per lei.
All’epoca, quello che lei aveva fatto, non poteva sapere che avrebbe influenzato così tanto la sua vita.
Che aveva vagato e vagato ancora , per poi tornare così da lei,
Che loro stavano facendo tutto questo, per liberarla――
“Tu, sei…”
“――――”
Con una lingua insensibile e indolenzita, tremando e vacillando, Beatrice disse quelle parole.
Il ragazzo di fronte a lei, sentite quelle parole, rauche come un sospiro, d’improvviso si fermò.
Stava prendendo tempo. Si poteva vedere in lei la determinazione di accettare il suo rancore o qualunque altra cosa.
A quella determinazione, Beatrice――
“――Sei tu il Lui di Betty?”
Il significato di quella domanda, non lo avrebbe assolutamente capito.
Che ci sarebbe stata una risposta, Beatrice non sperava nemmeno così tanto.
Era soltanto che, se la sua fine, se era quella che era giunta a cercarla, avrebbe dovuto provare a sentire la risposta in ogni caso.
“Aah.”
―――Quindi, di fronte a quella sorridente, concordante figura, a quella la mente di Beatrice andò in frantumi.
In quel sorriso caro, in quelle parole pronunciate con gentilezza, in quella lama sollevata in alto giaceva al loro interno una benedizione.

“Sì, sono io il tuo Lui.”
Ancora una volta, grandi lacrime scesero sulle guance arrossite di quella ragazza, scorsero giù e caddero.
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Traduzione: Vulcan-SNJoseph
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