“Un uomo che affoga può provare ad aggrapparsi persino ad una pagliuzza, da dove provengo esiste un proverbio come questo…”
Guardando sotto di lui il pavimento coperto da un tappeto rosso, un uomo stava ascoltando quella voce.
A quel tappeto, la sua faccia c’era molto vicina.
A proposito dell’essere vicini, anche il respiro di quell’uomo sembrava vicino. Il battito del cuore continuava a risuonare come un campanello d’allarme ed il respiro era affannato come se avesse percorso un campo correndo velocemente.
Sembrava essere prossimo ai sessant’anni, un uomo anziano.
Avendo figli, possibilmente anche nipoti, mostrava i segni di aver vissuto un’esistenza lunga e appropriata.
La sua posizione era tale che molte persone avevano dovuto parlare con lui, e con alcune di queste aveva dovuto anche combattere.
Avendo avuto una carriera lunga e brillante, quest’uomo era stato incaricato di molti compiti da quelli intorno a sé.
Non voleva di certo vantarsi di essere speciale, ma era investito di una reattività fuori dal comune e aveva intenzione di lavorare sodo per ottenere una vita agiata.
E questo perché, in questa situazione, non poteva fare a meno di chiedersi se fosse in un sogno o in un’illusione. Non poteva crederci.
――Stava, in ginocchio, di fronte a un avversario non più grande di suo nipote.
“Sai cos’è la pagliuzza? Probabilmente c’è ne è una come quella a cui sto pensando anche qui…
Come il grano, o qualcosa di simile. Quello nell’acqua è così disperato, che anche sapendo quanto sia inutile, si aggrapperà al nulla con tutta la sua forza.. è quel tipo di sensazione.
“――――”
“Per dirlo in maniera schietta, gli uomini morenti proveranno a sopravvivere non importa come, questo è il significato del proverbio. Dal loro punto di vista, le cose potrebbero sembrare differenti. Stanno ancora pensando di poter cambiare le carte in tavola, ma per noi sembra solo uno sforzo inutile.”
La voce sopra la sua testa parlava in modo fluente.
Di ciò che si stava dicendo, la maggior parte sembrava privo di significato, ma non una parola, non una frase, si poteva ignorare per paura che in qualche modo infiammasse la sua ira. Non quando così tante raccapriccianti voci sul suo conto si ammassavano come montagne.
Su quel ragazzo , sebbene fosse arrivato solo due anni fa, si erano diffuse fin da subito voci orrende e crudeli.
Tutto ciò che gli si opponeva, famiglie, persone coinvolte, venivano tutti messi alle strette, ricevendo una punizione. Con una forza irrefrenabile, il rappresentate di 『Pleiadi』continuava ad espandersi.
Per i suoi metodi malvagi e le sue azioni spietate, gli è stato dato questo nome.
――『Re del Giudizio』, così veniva chiamato questo ragazzo.
“――――”
Il vecchio uomo si stava inginocchiando in un posto dove, nascosto nell’ombra delle quattro grandi nazioni, aveva cominciato, con lo scopo di controllare la loro società sotterranea, la disposizione dei quartier generali dell’organizzazione.
Ritratti pregiati ed oggetti decorati in maniera stravagante erano raccolti in questa stanza sul punto dello straripamento. Era la sala disposta ai ricevimenti di quell’organizzazione.
Il Re si trovava sul trono di quella stanza―― Che poteva essere giustamente chiamato un tesoro, su quel trono sedeva, su quel trono supremo, guardando dall’alto in basso il suo ospite.
Era una sistemazione stupefacente e sfarzosa, e l’ammontare di oro usato era abbastanza da far girare la testa. I guadagni dell’intera vita di un uomo ripetuti 1000 no forse anche 10000 volte non sarebbero bastati per far distogliere lo sguardo da cotanta ricchezza, questa era la sensazione che provocava.
Questo era dovuto alla grandezza dell’organizzaz―――No, anche degli idioti con un solo sguardo avrebbero compreso quanto potere avesse il Re. E anche se qualcuno incapace di coglierlo fosse venuto qui. Quella persona, dopo essere entrata proprio in questa stanza, non avrebbe rivisto la luce del giorno.
Semplici manifestazioni di potere, mere ostentazioni di ricchezza non avevano alcun valore a confronto.
Allineati alle pareti vi erano dozzine di uomini, tutti con nomi famosi dei migliori mercenari o soldati. Tutti questi, era forse possibile assoldarli con i soldi, ma allestire tutto questo, quanto era costato?
Anche fossero stati solo qualche dozzina, per mantenere questo esercito sarebbe servito un grande ammontare d’oro.
Non era finita qui, oltre quella folla dove si trovavano solo i migliori; vi era una coppia di individui disposti rispettivamente a sinistra e alla destra del trono, per l’uomo inginocchiato questo era più che abbastanza per fargli capire il tipo di persona seduta di fronte a lui.

―――Due individui straordinari, il『Glorioso』Halibel, e il『Fulmine Blu』Cecilus Segmunt.
Della città-stato di Kararagi e del Sacro Impero di Vollachia.
In quei due paesi, avendo ognuno rispettivamente il titolo di più forte, quei due si trovavano fianco a fianco. Questa era la prova di quanto la presa di potere di quel giovane era incontestata in quel gruppo, non poteva essere più evidente di così.
“Sigrum-san?”
“――――”
In quel momento in cui il suo stato mentale si era affievolito, era stato chiamato per nome, da quell’uomo――Il cuore di Sigrum si era ghiacciato.
Osservandolo, poggiando il mento sul braccio, il re, con il sorriso ormai scomparso dalla sua faccia, stava fissando Sigrum con occhi cupi.
Come se il suo cuore stesse venendo stritolato, Sigrum si irrigidì..
Qualcosa, se non fossero state presto poste delle scuse, le sue labbra private di ossigeno tremavano. Comunque, a quella fragile risposta di Sigrum, il Re del Giudizio fece spallucce.
“Ah――scusami, per averti annoiato. Andare fuori tema è una mia cattiva abitudine da molto tempo, e se continuo a fare questi giri di parole non arriveremo mai al punto.”
“M-Ma no, è che…”
“Sto parlando.”
“――――”
Con il dito della mano destra sulle sue labbra, la mano sinistra del Re era puntata verso di lui.
Bloccato all’improvviso un suo pacato tentativo di scusarsi, la sua schiena si impregnò di sudore freddo. In quel silenzio in cui sentì il suo corpo gelarsi, passarono dieci lunghi secondi,
“…..Perdonami. Non avevo intenzione di minacciarti. E’ solo che, queste due persone qui, insieme a tutti i presenti sono stati assunti da me e obbediscono ai miei ordini, ma tu no, o sbaglio? Allora, come potrei dirlo….. Ho agito nel modo in cui sono abituato, mi dispiace.”
“――――”
In termini onesti, il tono dell’interlocutore era calmo. Quella magnanimità era strana e spiccava in lui.
Il Re del Giudizio era cortese, e ispirava rispetto al suo interlocutore, tuttavia in quel modo privo di esitazione incuteva anche timore.
Il tono del Re senza espressione e le parole che usa nei discorsi, non dovevano essere percepiti come portatori di pensieri di dissenso dall’ascoltatore. Gli occhi del giovane sembrano confusi ed incerti, ma in realtà guardano dritto nel cuore delle persone, restringendo ed analizzando qualsiasi azione che il suo avversario sta compiendo.
Quelle pupille nere oscurate posero solo una domanda.
――Tu sei un mio amico, o un mio nemico, mi domando.
“――――”
Ovviamente, che non era un nemico, questo doveva affermare.
Ciononostante le parole di Sigrum erano sigillate, essendogli appena stato impedito di rispondere.
Emettere un suono, rispondere con lo sguardo o mostrare la sua attitudine, avrebbero dato sui nervi a quel ragazzo?
Con una tale paura che aveva catturato il cuore dell’anziano, la più lunga manciata di secondi della sua vita sembrava un’eternità.
Qualcosa come questo, semplicemente riderci su esageratamente, non una singola persona sarebbe sopravvissuta provandoci.
La presa di posizione dell’organizzazione era spietata, e al centro del mondo criminale di quelle quattro nazioni, quel gruppo che nelle sue mani era cresciuto costantemente, era già diventato una piaga irremovibile.
Per sopravvivere, dato che non vi era altro modo di evitare di essere contagiati da quella malattia, bisognava essere in grado di superarla.
E quindi questo era l’unico modo. Offrire completa sottomissione nel nome della coesistenza, era solo questo.
Una malattia incurabile che aveva provato a evitare a tutti i costi. Ma, alla fine, incapace di fuggirla, il vecchio uomo era arrivato a questo punto.
Ma, fatto incautamente anche quel pensiero, Sigrum era riuscito finalmente a comprendere.
Mani e piedi legati, gettato nell’acqua dove era incapace di muoversi. Così, senza respiro, le sue labbra private di ossigeno stavano lottando. Sulla terra, in questa stanza, stava affogando in quello sguardo.
“――――”
Non era una malattia. Ma una maledizione.
Il Re del Giudizio, era lui che stava controllando questa maledizione senza fine.
Una paura tale da renderlo malato gli offuscava gli occhi, e un dubbio senza fine gli attanagliava il cuore.
Lui, quell’uomo, stava avendo paura. Il suo avversario stava avendo paura, stava dubitando, stava provando odio.
Quel Re stesso aveva la più grande paura insidiata dentro di lui, e con la medesima maledizione stava corrodendo gli altri, tutti gli altri che l’avevano vista erano stati infettati con la stessa.
Era come affogare, il Re lo aveva detto all’inizio. Era semplicemente come aveva detto.
Ora, per salvarsi, Sigrum avrebbe afferrato la pagliuzza o qualsiasi altra cosa.
“Quindi, …giusto, la storia della pagliuzza. Cercare disperatamente di vivere… Sì, ho capito. Dunque, Sigrum è venuto a parlare con noi perseverando con la sua logica.
“――――”
Dicendo ciò, il Re del Giudizio allungò la mano sinistra nella loro direzione. E come se gli stesse passando il momento per parlare, fece un gesto di offerta.
“Ah”
In quel momento, come se la rigidità si fosse allentata, mancò il respiro dalle labbra di Sigrum.
In quel singolo momento, preso dalla paura di infastidire il Re, di fronte agli occhi di quel giovane uomo, non reagì. Quel silenzio paziente, a cui Sigrum era stato obbligato, ne era la causa.
“Sigrum-san?”
“Ah, no….. Mi perdoni. Per quanto riguarda le intenzioni da parte mia, si trovano nella lettera che ho inviato. Con tutti i membri della tua organizzazione, d’ ora in avanti per molto tempo, auspichiamo umilmente buone relazioni.”
Con queste parole scelte con cura, preoccupandosi di evitare di mostrare eccessiva umiltà, Sigrum espresse la sua posizione in merito.
Sentendo ciò, il Re del Giudizio socchiuse gli occhi, ma dopo averci rimuginato su per un po’, sorrise.
“――――”
Quella faccia sorridente, vedendola all’improvviso accordarsi con l’età del ragazzo, Sigrum fu sorpreso.
Con quel Sigrum pieno di paura, il Re era fortemente d’accordo.
“Cerchiamo di collaborare al meglio, Sigrum-san. I dettagli verranno discussi dalla persona in carica successivamente… Questa era la scelta migliore e più saggia per te.”
“Ah…..”
“D’ora in avanti, riguardo l’associazione, mi affiderò alle vostre premure.”
Alzata la mano, il Re del Giudizio concluse l’incontro sorridendo.

Udite quelle parole, Sigrum si alzò lentamente. Il suo corpo si era irrigidito a causa dello stare inginocchiato, e la sua postura si era leggermente infiacchita, ma mentre sopportava con difficoltà lasciò andare un lungo respiro.
“Grazie mille. Da ora in poi, anche questa parte sarà nelle vostre mani.”
“Uhm.”
In qualche modo, frenando la lingua, le sue ultime parole conclusero il discorso.
E quindi, facendo cenno con il capo come se avesse finito, il nobile inchinò la testa e fece dei passi indietro.
“――――”
Nel suo cuore che stava rimbalzando e si smuoveva, un forte senso di sollievo e risultato soffiavano come una tempesta.
Il suo corpo che fino a qualche secondo fa si era sentito fortemente appesantito, aveva improvvisamente quasi la sensazione di fluttuare. E con passi naturalmente allegeriti, le facce dei membri della sua famiglia che lo aspettavano al ritorno a casa, gli tornarono in mente uno a uno.
Avendo sopportato coraggiosamente quest’onda violenta, in qualche modo gli era stato concesso il suo desiderio.
“―――?”
In quel momento.
Da dietro, si sentì un suono molto fievole.
Un suono familiare, il suono di una moneta, ecco.
In qualche modo simile a una singola moneta che scivola via dalla mano e colpisce il pavimento…
“Croce.”
Una singola parola, venne udita da quella voce.
Che fosse… si chiese la mente di Sigrum, correndo disperatamente veloce―――,

“――――”
La visione del vecchio si inclinò, diventando pari al pavimento.
Anche più di quando si era inginocchiato, questo tappeto era diventato più vicino all’improvviso.
――Quando lo percepì, era già finita.
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Traduzione: Vulcan-SNJoseph
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