“Dannazione…. Fanculo…. Quel, maledetto… Bastardo…!”

Dentro a quel castello al collasso, Subaru stava correndo vacillando e imprecando.

Da sotto quei piedi barcollanti cadevano delle gocce di sangue――Nella sua ascella sinistra, dove l’assassino lo aveva attaccato, il coltello stava ancora infilato nella carne, e il suo cervello lo stava continuamente avvertendo a riguardo.

“Quel ragazzino in bianco e nero…… Se ci sarà una prossima volta, lo ammazzerò di sicuro……!”

Mentre sudava freddo, appoggiandosi al muro del corridoio, Subaru si stava ancora muovendo.

“Non posso fare più di quanto il mio lavoro richieda. Natsuki-san, fa’ attenzione.” 

Eliminare il capo dei nemici per poi darsela a gambe tirando fuori parole come quelle――Subaru non aveva hobby come questi o quello di elogiare il nemico. 

Per essere precisi, quello che l’uomo stava facendo era un lavoro che non avrebbe voluto. La pura umiliazione di ignorare il nemico nella sua fretta aveva trasformato la sua delusione in furia.

Comunque, anche liberando quell’ira, in questa situazione ciò sembrava impossibile.

“L’ultima opportunità di fare la cosa giusta, l’ultima occasione, huh…..”  

Pizzica-pizzica,  toccando quell’ascella sinistra che faceva male come se bruciasse, Subaru mormorò cupamente. 

Quando pensava a quello che aveva fatto, sapeva che un giorno o l’altro avrebbe ricevuto le sue dovute diserzioni, ne era consapevole. Anche se posticipare il momento della sua punizione fino all’Inferno era il suo piano, alla fine i futili trucchetti da criminale―― Da quando aveva cominciato non erano trascorsi neanche tre anni prima che raggiungesse la fine, era patetico.

Quelle erano le parole finali del despota.

La sua sfiducia alla fine era stata eccessiva, non c’era dubbio che avesse contribuito alla sua distruzione.

Comunque, non aveva rimorsi.

Se aveva fatto ciò, se gli altri avevano fatto questo, quel genere di errori ovvi non gli erano venuti in mente. Semplicemente, Subaru aveva lottato, cercando un cammino in questo mondo che era andato nel verso sbagliato.

Come se stesse affogando. Come se stesse precipitando, cercava solo disperatamente di respirare.

Considerando quello――,

“Subaru.”

“――――”

Lasciando una traccia di sangue, strisciando per il corridoio, qualcuno chiamò Subaru.

Al momento, non riconoscendo l’identità della voce, Subaru aggrottò le sopracciglia.――Che non ci fosse pagliuzza a cui aggrapparsi. Era solo che, quella voce, non sapeva perché la stava sentendo qui..

La sua stanza si trovava nel lato opposto di questo, e se l’intenzione fosse stata quella di scappare, non c’era ragione che fosse qui.

E quindi――

“Euh―oh!”

“Sono sollevata, Subaru….. Alla fine posso incontrarti in maniera appropriata.”

“Emilia…..?”

Solo quando venne investito da Emilia nel corridoio e trascinato per esso, si fermò per la prima volta a vedere quel bellissimo viso. Subaru accettò quella visione come realtà.

In quel mondo monocromatico apparvero l’argento, l’ametista e delle soffici labbra rosa.

Solo Emilia, come se fosse unica al mondo, era pitturata con sfumature così vivaci..

“――Ma allora, perché?”

Il mondo stava colorando l’aspetto di Emilia, ma Subaru non riusciva a capire la situazione.

Subaru stava ricevendo da Emilia un calore sicuro e un abbraccio così forte da far male.

Da sempre, a chiamarla era stato unilaterale Subaru, quindi perché lei in questa situazione, a lui――,

“…..Emilia, sei ferita.”

“Sto bene, davvero. Sul serio, non è successo niente, è tutto ok.”

Emilia lo stava guardando ancora aggrappandosi, mentre sorrideva e faceva finta di essere forte anche se era coperta di ferite.

Quei meravigliosi capelli argentati erano scompigliati, e dei tratti erano stati tagliati. Quel pigiama bianco era strappato e insanguinato. Sui suoi piedi scalzi c’erano alcune ferite aperte.

Per evitare che ciò accadesse, in verità su di lei sarebbe dovuto essere lasciato un certo numero di magie difensive.

Che lei soffrisse, colui che rimaneva sempre accanto a lei non lo avrebbe mai permesso in quanto grande spirito.

“Che cosa stava facendo Puck…..”

“Puck è…..Mm-hmmm, riguardo a quello, ora, comunque sta bene, è tutto a posto…..”

“――?”

Per un momento, negli occhi di Emilia passò velocemente dell’esitazione, ma venne subito nascosta sotto le palpebre che si erano chiuse.

Subaru era sospettoso di quella reazione, ma quando Emilia li riaprì, quella leggera esitazione era scomparsa.

“Subaru, scappiamo insieme. Se lo facciamo ora, nessuno ci inseguirà.”

“――Scappare, con, me?”

“Sì. C’è qualcuno fuori che ci aspetta. Non sto dicendo qualcosa di strano, eh.”

Dopo aver mostrato un po’ di rabbia, Emilia picchiettò il naso di Subaru con un dito. A quell’azione bizzarra, un punto di domanda fluttuò sulla testa di Subaru.

Originariamente, Emilia avrebbe dovuto ignorare Subaru.

“Ma comunque, sei stato gentile con me, quindi pensavo solo che anche io…”

“―Sì, anche io dovrei esserlo con te. Questo pensavo, sì.”

“Emilia?” 

In quel momento, Subaru, era stupefatto; più di quando era stato pugnalato o di quando Reinhard aveva fatto la sua apparizione o di quando aveva realizzato di aver raggiunto la sua fine.

Quell’Emilia sorridente stava guardando Subaru, e con delle parole contenenti senz’altro amore e affetto disse.

Se Natsuki Subaru era finito, Emilia pure, qui―――,

“Lo finirò assieme a te. Tu, in un luogo dove non hai bisogno di me, non voglio stare in un posto simile.”

“――Ah.”

“Per favore, Subaru. Io, ho bisogno di te. Vorrei che tu venissi con me.”

Con le mani sul suo petto, Emilia abbassò fugacemente lo sguardo. Erano i giorni trascorsi in quel luogo dove Subaru l’aveva portata ad albergare nella sua mente e nel suo cuore? 

Esattamente come lui si era aggrappato a Emilia, Emilia ora si stava aggrappando a lui.

 Per tutto questo tempo, Subaru aveva avuto bisogno di Emilia. Da lei, aveva ricevuto salvezza.

E ora, quell’Emilia aveva bisogno di Subaru, e ora stava chiedendo salvezza in cambio.

Emilia aveva bisogno di Subaru e stava cercando salvezza per se stessa, ora. 

Ora, che potesse arrivare una situazione del genere, quel pensiero non gli era nemmeno―――.

“Subaru…..?”

Afferrando strette le spalle di Emilia, Subaru la spinse via.

E senza muoversi fissò dentro i suoi occhi. Poi alzandosi lentamente, Subaru indietreggiò.

Emilia stava, guardando in alto Subaru.

A quell’Emilia, Subaru parlò con labbra tremanti.

“Bu, bugiarda…”

Indietreggiando immediatamente con la testa, Subaru iniziò a fissare Emilia――La stava guardando, con occhi pieni di paura…

“Suba,…..”

“No, per favore basta, basta. Perchè io, adesso smettila, perchè! Basta basta basta! Per favore smettila.

 La paura, è paura.

C’era paura. Non c’era altro che paura. C’era solo paura. Solo paura.

Paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura, paura―――.

“――L’odore della strega si è fatto più forte.”

Si è coperto le orecchie,

E ha iniziato a tenersi la testa,

Quella voce, il suo grido echeggiava, stava cercando di scappare proprio da quel suono.

“――Come se tu non c’entrassi con questo, c’è un limite ai comportamenti spudorati!!”

Coprendosi le orecchie,

Tenendosi la testa,

Quella voce, il suo grido echeggiava, anche se avesse provato a scappare non gli era possibile.

“――Mia sorella, è troppo buona.”

“Quello era, pensi che ne sapessi qualcosaaaa――a!!”

Gridando talmente forte da vomitare sangue, Subaru muovendosi, indietreggiò gattonando via.

Emilia rimase sul posto, chiedendo cosa stava accadendo. Non poteva sopportarlo.

Dolcemente, dolci, gentili parole, Subaru se le aspettava. Ma non potevano essere percepite.

Le sue parole, le voci, non venivano ascoltate. Lui non voleva sentirle.

Non comportarti gentilmente. Non trattarmi gentilmente.

Perché ora stai cercando di appoggiarti a me?

Era impossibile.

A quante delle mie ripetute azioni malvagie stavi pensando?

Emilia non lo avrebbe perdonato.

Lei non l’avrebbe mai fatto.

Era stato lui a cambiarla?

Quel Subaru che cercava conforto, il suo patetico naso che colava, su quell’Emilia che indossava un pigiama da notte lui aveva fatto affidamento tante volte, era stata la follia di Natsuki Subaru a cambiare Emilia?

Anche Emilia, era cambiata?

“Io! Se mi avessi odiato sarei stato felice! Io, se avessi voluto evitarmi te ne sarei stato grato!”

“――――”

Emilia, stava sbiadendo in un grigio.

I colori di Emilia svanirono e vennero, in quel mondo monocromatico, lavati via.

È una bugia è una bugia. Quell’inganno stava degradando il mondo di Subaru. 

Quell’argento, e i suoi occhi brillanti color ametista, quel’Emilia dai colori meravigliosi in cui Subaru credeva crollò, e su di lei, rimanevano solo degli ingannevoli bianco e nero.

Quella realtà non poteva accettarla. Emilia era nobile e ciò non sarebbe mai cambiato.

Anche un avversario odiato, un avversario ostinato non lo avrebbe potuto scacciare.

Quella gentilezza era perché, aveva creduto, che lei non l’avrebbe mai perdonato. Credendo ciò, Subaru era stato in grado di appoggiarsi ad Emilia.

Ma se avesse capito che anche Emilia può cambiare―――.

“Non, essere gentile con me…!”

“In ogni caso, qualcosa di me, lo comincerai ad odiare, non è vero? Mi sospetterai, non  è vero? Siccome sono un ostacolo, mi vorrai uccidere, odiare, maledire, e mi tradirai!”

“Allora, per favore rimani come se mi odiassi dal principio! Senza cambiare, se fossi rimasta così sarei stato felice! Piena d’odio, solo quello, piena d’odio, solo quello…!”

Improvvisamente a sorgere, era rabbia.

Non importa cosa, nei confronti di questo mondo terribile provava furore.

Cercando di salvare quel se stesso che affogava, si era sforzato di riflesso, aveva continuato a respirare. Ma essendo finalmente giunto fino a qui, anche Emilia, aveva tradito Subaru.

―――Le cose che cambiano, lo avrebbero senza alcun dubbio tradito un giorno, quindi ora, non era differente dall’essere stato già tradito.

“Se mi tradirai comunque un giorno, pretendendo di amarmi, ti prego non farlo!!”

“――Euh.”

Tremante, allungando una mano a Subaru, quell’Emilia in bianco e nero lui la spinse via.

Spinta via con forza, senza supporti Emilia cadde nel corridoio. Per un momento, un po’ di esitazione gli scorse per il petto, ma Subaru senza lasciarvi spazio coprì tutto con la paura.

Anche Emilia non si era ancora calmata.

Che questo potesse accadere un giorno, perlomeno aveva considerato che questa possibilità c’era. ――  Ma che gli sarebbe servito così tanto, non poteva immaginarlo.

――Emilia avrebbe potuto, un giorno, perdonare Subaru.

Che un tale giorno non sarebbe mai arrivato era ciò che sperava, ma era decisamente avvenuto. E così per Subaru, abbandonato in questo mondo di solo bianco e nero, c’era solo una cosa su cui poter fare affidamento.

“――!!”

Quell’Emilia caduta, stava gridando qualcosa.

Lasciando tutto dietro di sé, Subaru cominciò a correre.

Il dolore nel suo fianco non si faceva più sentire. Non gli interessava più di quella cosa.

Come se tutto stesse finendo. Nel mondo pieno d’acqua di Subaru ogni cosa stava scomparendo.

Quel che rimaneva era, solo lei.

Quell’ultima pagliuzza su cui Natsuki Subaru si stava reggendo, c’era solo quello――.

――Con odio che non cambia mai, quell’esistenza che non avrebbe mai tradito Subaru.

“――!!”

La voce di quell’Emilia mezza-matta non raggiunse Subaru anch’esso ormai impazzito.

Il collasso del Pandemonio, come il collasso della sua mente, accellerava sempre di più.

In quel mondo in frantumi dove il colore stava sparendo, Subaru arrivò.

“――――”

A non essere ancora crollato, era l’ufficio di Natsuki Subaru…

Una difesa simile a quella che proteggeva la stanza di emilia lo circondava―――  Era perchè, in questa stanza, come Emilia, c’era qualcosa che non avrebbe mai dovuto essere rotto.

Non volendo farle del male, aveva tenuto Emilia molto lontano, ma questo era l’opposto.

Quel che era stato lasciato lì vicino, Subaru lo aprì.

Dall’altro lato della porta, il suono metallico di catene legate al muro risuonò.

E, nel mezzo del suono di quelle catene, quegli occhi 『Rosa』fissarono Subaru e parlarono.

“――Finalmente, sei venuto a morire, Barusu?”

――Desiderando di ucciderlo puramente per odio, quella ragazza sorridente aveva ancora un colore rosso sangue.

Fine.

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Traduzione: Tycho-SNJoseph

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