Solamente due mesi più tardi Subaru riuscì a scoprire qualcosa di più su Satella.


“Nella Selezione Reale! Una mezz’elfa dai capelli argentati! Supportata dal Margrave Roswaal L. Mathers! Non Satella, lei è Emilia—!”


Subaru sussultò di fronte a quelle informazioni così dettagliate. Erano giunte lui in un momento in cui non c’erano stati né progressi né altre notizie, e proprio per questo batté le mani con un’espressione soddisfatta e gioiosa.


Quelle informazioni, arrivate così improvvisamente, erano dovute all’annuncio di una “Selezione Reale” da parte del Palazzo Reale, pubblicate non solo nella capitale ma anche in tutto il paese.


Subaru, che all’inizio pensava che si trattasse di una semplice elezione cittadina, sgranò gli occhi di fronte a quei volantini appesi in modo rudimentale per tutta la capitale.


Le candidate erano cinque donne—e una di loro era la ragazza che lui stava cercando.


“Selezione Reale, la Selezione Reale…se è una candidata al trono, significa che dovrà avere uno status elevato.

Ovviamente lo ha, basti pensare a quanto è graziosa semplicemente quando va in giro. Emilia, lei è Emiliaaa…”


Venire a conoscenza del suo vero nome rese Subaru leggero, come se gli fossero spuntate delle ali.


Aveva intuito da molto tempo che Satella fosse un alias. E aveva anche capito perché – Emilia – gli si era presentata con un falso nome.


Dopo tutto, se una mezz’elfa dai capelli argentati si fosse presentata come Satella—


“Le persone avrebbero pensato che fosse coinvolta con voi ragazzacci del culto e sarebbero stati alla larga da lei. La sua era stata una misura disperata per tenermi lontano dal pericolo. Il suo viso è così adorabile, i suoi pensieri sono così adorabili…”


Dicendogli con grande rimorso di essere una mezz’elfa, aveva avuto paura di essere respinta.

Tuttavia, essendo consapevole dei rischi, lo aveva usato a proprio vantaggio preoccupandosi e provando a tenere le persone lontane dal pericolo.


Che ragazza nobile, e pietosa. Così commovente da stringere il petto. D’un tratto,


“—Natsuki Subaru! Credente nell’amore! Sei PRE-SEN-TE!?”


“—”


Una voce stridula come quella di una gallina strozzata riecheggiò insopportabilmente nella stanza, chiamando il nome di Subaru.


Subaru fece una smorfia, ripose sul letto l’insegna che aveva staccato dai muri della Capitale, aprì riluttantemente la porta e uscì dalla sua stanza.


Fuori dalla stanza un’aria fredda permeava l’ambiente cupo. Inoltre non era solo quella voce stridente a rimbombare in quel posto, ma anche un tacchettio di scarpe straordinariamente impaziente.


In seguito, mentre aspettava con la schiena appoggiata contro la porta chiusa, un uomo dal viso pallido ed evidentemente malato apparve attraverso il corridoio scuro, supportato unicamente da una fioca luce.


“Ti stavo CER-CAN-DO! Perché, perché, perché sei qui, INDULGIANDO NELL’ACCIDIA? NOI! DOBBIAMO! SEGUIRE gli auspici della Strega, e rispondere al suo amore con diligenzaaaaaaaaaaaaaa!!”


“Smettila con le false accuse, Bete-san. Sto obbedendo alle istruzioni del mio “Vangelo”. È il Vangelo mi sta dicendo di passare il tempo qui.”


“Che cosa?! È il “Vangelo” ad averti dato queste indicazioni?! In questo frangente, in quest’occasione, con queste circostanze, quali riflessioni deve aver fatto la Strega per aver dato delle istruzioni del genere ad un discepolo così devoto come te!? Anche la più piccola congettura si trova OLTRE! LE! MIE! FA-COL-TÀ!”


Non solo le sue urla erano stridule e fastidiose, ma persino i suoi movimenti erano ripugnanti.


Petelgeuse Romanée-Conti era davvero un pazzo e Subaru stava lottando contro se stesso per non tirare un sospiro.


Era un folle, un pazzo che in nessun modo gli sarebbe potuto essere simpatico, tuttavia, a Subaru, sarebbe sicuramente tornato utile.


Dopotutto il culto al quale Subaru si era unito era una massa di egocentrici, anche se era incerto che i discepoli comuni possedessero un qualche tipo di coscienza.


Subaru si era concesso, arbitrariamente, il permesso di supporre che la mancanza di emozioni dei discepoli più comuni, fosse dovuto a una sorta di interferenza nella loro coscienza, per evitare che fossero sorpresi nella loro vita quotidiana e quindi scoperti.


In ogni caso, questo tipo di considerazioni erano inutili. Ciò che davvero era importante era il motivo della visita di Betelgeuse, che occupava una posizione autoritaria molto più importante rispetto a quella dei semplici discepoli.


Negli ultimi due mesi Subaru aveva fatto parte di questo gruppo, e la sua vita era andata generalmente bene.


Anche se, per quanto fosse comodo vivere senza preoccupazioni, non lo era poi così tanto dal punto di vista cognitivo e mentale.


Avere frequenti interazioni con pazzi e fanatici religiosi era per Subaru, che non poteva distaccarsi dal regno del senso comune e dalla propria umanità, una completa agonia.


Abitavano in una caverna nascosta tra le montagne. Era un posto sorprendentemente vivibile e abbastanza ospitale, tant’è che Subaru ne aveva ritagliato una parte come “sua stanza”.

Ma quanto fosse lontano dalla civiltà, quanto duro fosse il pavimento e quanto fredde fossero le pareti, per Subaru, un ragazzo della generazione Z, era troppo difficile da sopportare.


Detto ciò, non sarebbe stato un attore abbastanza bravo da riuscire a nascondere la sua connessione con il Culto se fosse andato all’esterno. E come compromesso stava vivendo lì, rimanendo produttivo e accumulando informazioni e conoscenza riguardo questo mondo.


“Quindi, cosa ti serve da un eremita come me?”


“NON-LO-SAI? Quello sciocco evento che stanno conducendo in questo paese!”


“Sciocco evento in questo paese… dici la ‘Selezione Reale’?”


“OVVIAMENTE! La Selezione! COMUNQUE il problema non STA LÌ! La Selezione stessa non ha importanza, è chi vi parteciperà! Quell’essere, quella mezza strega dai capelli argentati!”


In modo da farlo capire all’ignorante Subaru, Petelgeuse mostrò l’inserzione ufficiale riguardo la Selezione— la stessa con cui Subaru aveva decorato la sua stanza— e la picchiettò con le sue dita.


Naturalmente, su quel volantino c’era il volto di una ragazza così carina che lo sguardo di Subaru fu talmente intenso da poter bucare il foglio.


Il dito ossuto di Petelgeuse, in maniera piuttosto prevedibile, puntava a lei.


“TESTIIMONIA! Questo viso! Questa discendenza! La vera Blasfemia contro la Strega! Questo non è un essere che possiamo farci sfuggire! L’ora della Prova è per noi GIUNTA!


“Prova?”


“ESATTAMENTE!”


Gridando, Petelgeuse sbatté il volantino contro il muro della grotta, per poi colpire con un pugno la figura di Emilia, facendo schizzare sangue da tutte le parti.


Questo pazzo autolesionista, inebriato dal dolore e dal sangue, aveva dissacrato l’immagine di Emilia nell’inserzione.


“Se compatibile, la prenderà! Altrimenti sarà abbandonata! Se si rivelerà degna di essere il contenitore ideale per la Strega, l’accetteremo nel nostro CULTO! Per questo avverrà la prova!”


“E stai chiedendo il mio aiuto?”


“Sì, ESATTO! Ho contattato gli altri, ma dubito che quei miscredenti risponderanno! Possibilmente solo IRA potrebbe presentarsi, ma è attualmente troppo distante da questo paese… Ordunque! Dobbiamo partire noi soli!”


Con senso del dovere nel cuore e un torrente di lacrime che scorrevano lungo il suo viso, Petelgeuse si spinse il pugno insanguinato in bocca e succhiò le sue ferite.

Gli angoli della sua bocca si squarciavano mentre i denti gli mordevano la mano, ferendogli la pelle e la carne in una scena raccapricciante e abominevole.


Tuttavia Subaru si impegnò per resistere a quella vista con una volontà di ferro e cercò di mostrarsi indifferente.


“Ti dispiace se vengo allora? Ma non conosco esattamente i dettagli, Sommo Arcivescovo.”


“Quindi tu ci accompagnerai DILIGENTEMENTE! Aaah! AhahAHAH! Che grande, che GRANDE, CHE GRANDE, CHE GRANDE,GRANDEGRANDEGRANDEGRANDEGRANDEGRANDEGRANDEGRANDE…GIOIAAAaaaa!”


“Stai diventando troppo entusiasta, ho semplicemente detto che verrò anch’io.”


Lo strano sorriso che Subaru mostrò era legittimo.


Dopo aver chinato il capo così tante volte, quasi da fargli cadere la testa, Petelgeuse schioccò le gambe in una postura appropriata e si girò di scatto, dando le spalle a Subaru.


“Partiamo IMMEDIATAMENTE! Ho già dato le giuste disposizioni alle mie dita, lungo il nostro viaggio… ci riuniremo a loro, e viaggeremo verso le terre dei Mathers. Poi seguiremo I COMANDI DEL VANGELO!”


“Ricevuto… E dunque, che cos’è la Prova?”


“UN’ECCELLENTE DOMANDA. È un test per accertare l’idoneità del contenitore della Strega… quindi, una prova per determinare se il recipiente possieda la forza, la qualità, e soprattutto i requisiti per ospitare L’ANIMA DELLA STREGA!”


Subaru rispose alla spiegazione, poco chiara, con un cenno di intesa.


Anche se non conosceva i dettagli, se avesse dovuto paragonare quella situazione al tempo passato ansiosamente senza sapere nulla di Satella-Emilia, l’avrebbe assolutamente preferita.


E inoltre significava che avrebbe nuovamente avuto a che fare con Emilia.


Sebbene ciò coinvolgesse anche—


“—Ora, ora, ora! Ora, ORA, ORA! PARTIAMO! TESTIAMO! Se il contenitore dovesse essere idoneo, allora su di noi giungerà l’AVVENTO DELLA STREGA! Una possibilità dopo tutti questi secoli di poter riempire tutti i nostri posti!”


“Se la Strega Satella discenderà qui, cosa accadrà al recipiente…?”


“SARÀ! UN NOBILE SA-CRI-FI-CIO! UN ONORE! Se potessi prendere il suo posto, lo farei! Se la mia persona fosse in grado di confarsi allo spirito di Satella, sopporterei tutte le agonie di questo mondo, perché è mio desiderio RIVEDERLA!”


“Capisco, quindi lei verrà cancellata…”,


Sussurrò Subaru seguendo Petelgeuse, che aveva cominciato a camminare.


Quel leggero e silenzioso mormorio non raggiunse le orecchie di Petelgeuse, isolato nel suo mondo e, nel mentre che continuava a ridere,—


“Molto bene, è dunque così…”


-Il pazzo non si accorse nemmeno che Natsuki Subaru stava tessendo un sorriso macabro e ripugnante.

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Traduzione: Vulcan-Pollack

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